Questo è uno “Spettacolo in due”.
Scritto, meglio montato, per essere studiato e recitato in due.
Perché montato e non scritto.
Perché questo spettacolo è un insieme di “scene” scritte da altri.
E il due, inteso come numero di soggetti coinvolti, ne è il motivo e la chiave interpretativa.
Già dal principio: un autore prende una scena scritta da un altro (dueautori), poi si fa attore (dueruoli) e recita quella scena insieme ad un'altra attrice (dueattori). Poi unisce quella scena ad un'altra (duescene), scritta da un altro autore e poi ad un'altra e poi ad un altra, in un passaggio di un testimone che altro non è se non l'esistenza intesa come fenomeno di coppia.
Pinter, Allen, Rostand, Shakespeare, Gaber, sono solo alcuni degli autori la cui voce (interpretata da un'altra voce) sentirete durante “Il viso di Tracey”.
Un viaggio attraverso tante coppie: amanti, fratelli, conoscenti, parenti, sempre rigorosamente in due, dialogheranno nei corpi (e nelle voci) di Martina Sacchetti ed Andrea Santonastaso, in un percorso che li porterà sempre a trovarsi una di fronte all'altro per dimostrare che confrontarsi e legarsi (in due) è l'unico modo per essere veramente liberi!
IL VISO DI TRACEY è uno spettacolo concepito come un collage.
Facendo Teatro da tanti anni (ed insegnandolo) mi sono spesso trovato a leggere testi che mi hanno fatto letteralmente "saltare sulla sedia" (o la poltrona, fate voi) per la loro potenza, sincerità, veridicità, dolcezza, forza, precisione, modernità, classicità, classe, eleganza, violenza, irresistibile capacità di commuovere e comunicare!
E la maggior parte di essi erano drammaturgia di scene di coppia